L’EBA pubblica la valutazione annuale dei metodi interni utilizzati dalle banche per il calcolo dei requisiti patrimoniali
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Banche e intermediari finanziari
EBA
Relazione
In data 10 marzo 2023, l’Autorità bancaria europea (EBA) ha pubblicato la sua relazione sugli esercizi annuali di analisi comparata per il rischio di credito e il rischio di mercato svolti nel 2022. Tali esercizi intendono monitorare la coerenza delle attività ponderate per il rischio (risk weighted assets, RWA) in tutti gli enti dell’UE autorizzati a utilizzare metodi interni per il calcolo dei requisiti patrimoniali. Per quanto riguarda il rischio di mercato, per la maggior parte delle banche partecipanti i risultati confermano una dispersione relativamente ridotta nella valutazione iniziale di mercato (initial market valuation, IMV) di quasi tutti gli strumenti, nonché una minore dispersione delle presentazioni del valore a rischio (value at risk, VaR) rispetto all’esercizio precedente. Per il rischio di credito la variabilità delle RWA è rimasta piuttosto stabile, nonostante la pandemia e le differenze della velocità con cui le banche si sono conformate alle politiche stabilite nella roadmap dell’EBA basata sui rating interni (internal rating-based, IRB). Una particolare attenzione è stata dedicata all’analisi dell’impatto della pandemia e delle misure pubbliche di compensazione sui modelli IRB.
Esercizio per il rischio di mercato
La relazione presenta i risultati dell’analisi comparata a fini di vigilanza del 2022 e riassume le conclusioni tratte da un esercizio basato su portafogli ipotetici (hypothetical portfolio exercise, HPE) svolto nel 2021/22.
Dal punto di vista dei fattori di rischio, i portafogli di cambi e merci presentano un livello inferiore di dispersione rispetto alle classi di attività relative a tassi di interesse, patrimonio netto e differenziali creditizi. Fatta eccezione per una minoranza di strumenti, la variabilità è inferiore rispetto all’esercizio precedente. Questo, probabilmente, è dovuto a una riduzione della volatilità dei mercati, che ha influenzato il livello delle misure di rischio e, di conseguenza, il calo della dispersione.
In relazione alle singole misure di rischio, in tutte le classi di attività eccetto i differenziali creditizi la variabilità complessiva per il VaR è inferiore alla variabilità osservata per il VaR in condizioni di stress (stressed VaR, sVaR): ammonta rispettivamente al 21% e al 28%, rispetto al 27% e 31% del 2021 e al 18% e 29% del 2020. Misure più complesse, come la copertura patrimoniale per il rischio incrementale (incremental risk charge, IRC), mostrano un livello più elevato di dispersione (45%, rispetto al 43% del 2021 e al 49% del 2020).
Le autorità competenti hanno altresì integrato un questionario sulle banche che partecipano all’esercizio, a supporto dell’analisi quantitativa. Benché la maggior parte delle cause sia stata identificata e siano state adottate azioni per ridurre la variabilità indesiderata delle RWA ipotetiche, l’efficacia di tali azioni può essere valutata solamente con l’analisi continua.
Esercizio per il rischio di credito
La relazione di quest’anno continua a fornire un’analisi approfondita dell’impatto osservato e potenziale della pandemia di Covid-19 sui parametri IRB utilizzati per calcolare i requisiti di fondi propri.
Le analisi implicano che le misure di sostegno continuano a influenzare in maniera significativa i tassi di default osservati e le stime della PD (probability of default, probabilità di default) media. È opportuno sottolineare che, sebbene per le esposizioni verso grandi imprese la PD media sembri tendere verso i livelli pre-crisi, le PD medie per alcuni portafogli HDP (high default portfolios) sono significativamente inferiori ai livelli del 2019.
Inoltre, le analisi orizzontali rivelano una notevole riduzione delle esposizioni in stato di default e un aumento considerevole delle esposizioni non in stato di default. Le implicazioni di tale osservazione sulle stime dei parametri IRB, nonché le modifiche strutturali e a breve termine al contesto macroeconomico osservate negli ultimi anni, rappresentano un aspetto chiave della suddetta analisi e dovrebbero rimanere oggetto di attenzione delle autorità di regolamentazione e di vigilanza.
La valutazione svolta dalle autorità competenti e basata sui valori di riferimento forniti dall’EBA ha rilevato effetti rilevanti sui singoli enti che, nella revisione dei rispettivi modelli IRB, intendono raggiungere la conformità alle politiche previste dalla roadmap IRB. Tuttavia, per gran parte degli enti, il processo di revisione prudenziale per raggiungere tale conformità era ancora in corso durante la valutazione delle autorità competenti. Pertanto, un eventuale impatto potenziale dell’armonizzazione della terminologia e dei concetti stabiliti nei prodotti della roadmap IRB rimane ancora da osservarsi nei dati.
La relazione, inoltre, fornisce un’analisi della quota delle imprese del settore energetico nel portafoglio IRB degli enti compresi nel campione per l’analisi comparata. Viene valutata la possibilità che, nei parametri per il rischio di credito, vi fossero già previsioni o segnali delle incertezze economiche relative alla crisi energetica. Le analisi hanno mostrato un’incidenza piuttosto limitata delle esposizioni verso le suddette imprese nel campione. Inoltre, i parametri di rischio delle stesse sono stati abbastanza stabili tra la fine del 2020 e la fine del 2021, senza differenze statistiche significative tra le imprese del settore energetico e altre società.