Le ESA presentano un’intesa comune sul greenwashing e mettono in guardia dai relativi rischi
Informazioni
Banche e intermediari finanziari
ESA
Report
In data 1° giugno 2023, le autorità di vigilanza europee (EBA, EIOPA ed ESMA – le ESA) hanno pubblicato alcuni report sugli sviluppi in materia di greenwashing nel settore finanziario. In questi report le ESA presentano un’intesa comune, di livello generale, relativa al greenwashing, applicabile agli operatori di mercato nei rispettivi ambiti: mercati finanziari, settore bancario e settore assicurativo e pensionistico.
Intesa comune delle ESA relativa al greenwashing
Le ESA definiscono il greenwashing come una pratica in cui le dichiarazioni relative alla sostenibilità, le azioni o le comunicazioni non rispecchiano in maniera chiara ed equa il profilo di sostenibilità di un soggetto, un prodotto o un servizio finanziario. Questa pratica può essere fuorviante per consumatori, investitori o altri operatori di mercato.
Le ESA evidenziano anche che le dichiarazioni fuorvianti legate alla sostenibilità possono essere realizzate e diffondersi sia intenzionalmente che non e in relazione a soggetti e prodotti che possono rientrano o meno nell’ambito di applicazione del quadro normativo dell’UE.
Le autorità nazionali competenti e le ESA stanno quindi lavorando per soddisfare le aspettative delle parti interessate, riguardo alla protezione dei consumatori e degli investitori, all’integrità del mercato e al mantenimento di un contesto affidabile per la finanza sostenibile. Considerata la natura integrata del sistema finanziario, le ESA lavoreranno in maniera coordinata per affrontare il greenwashing.
Punti principali del report EBA
Il report dell’EBA contiene una panoramica del greenwashing nel settore bancario e del suo impatto su banche, imprese di investimento e fornitori di servizi di pagamento.
Il risultato dell’analisi quantitativa del fenomeno del greenwashing mostra un chiaro aumento del numero totale di potenziali casi di greenwashing in tutti i settori, comprese le banche UE. Indica inoltre un aumento delle responsabilità: una maggiore attenzione del pubblico ai cambiamenti climatici ha portato le imprese ad adottare politiche più responsabili dal punto di vista ambientale, climatico e delle informative.
Le promesse relative a future prestazioni in ambito ESG sono considerate le più soggette al greenwashing, seguite dalla strategia e dagli obiettivi in ambito ESG e dalle certificazioni ESG.
Sia le autorità competenti che gli operatori di mercato stimano che il greenwashing abbia l’impatto maggiore sui rischi reputazionali e operativi (relativi a controversie). La rilevanza del greenwashing attualmente è percepita come bassa o media per le banche e media o alta per le imprese di investimento, ma ci si aspetta che cresca in futuro.
Infine, l’EBA rileva che alcuni elementi della legislazione e della vigilanza attuale o prevista potrebbero contribuire ad affrontare il greenwashing. Tali elementi comprendono le norme che proibiscono le comunicazioni e il marketing sleali, alcuni aspetti del quadro UE per la finanza sostenibile, come la tassonomia UE e le informative ESG e una serie di disposizioni degli orientamenti EBA.
Tuttavia, ci sono alcune problematiche nell’assicurare che tali strumenti siano adeguatamente attuati per affrontare il greenwashing, come l’utilizzo di dati e metodologie adeguate. Inoltre, l’EBA nota che il quadro normativo per la finanza sostenibile non è ancora del tutto sviluppato o è nella fasi iniziale di attuazione, di conseguenza di benefici di alcune norme non sono ancora del tutto visibili.